giovedì 30 luglio 2015

Rinnovare gli accessori per capelli - TUTORIAL


Probabilmente è un'idea sciocca fare un tutorial così semplice, ma da quando ho i capelli rossi ho difficoltà a trovare accessori "camuffabili" per acconciarli. Mi riferisco in particolare alle forcine che sui miei capelli colorati risultano sgradevoli più o meno come un calcio in bocca, ragion per cui, anche una semplice pettinatura Pompadour o la victory rolls -passe-partout ideale per i giorni più afosi- erano diventate sgraziate. Alla fine, come spesso accade, la soluzione era più semplice ed economica di quel che pensavo: ho usato la finitura di uno smalto per colorare le forcine che già avevo. In realtà non credo che sia necessario perdermi in ulteriori commenti, le foto sono abbastanza esplicative, ho scelto lo smalto e poi (lasciando le forcine impilate sul cartoncino per non macchiare tutto il resto) ho passato il colore. In alcuni casi (si, lo ammetto, alla fine mi sono sbizzarrita e ne ho fatto alcune di colori che mi piacevano e che avrei potuto abbinare ai vestiti) c'è stato bisogno di due passate di smalto per rendere il colore più omogeneo e nel complesso devo ammettere che il risultato è stato molto buono! credo che utilizzerò questo metodo per colorare anche una piccola pinzetta per fermare gli chignon. 
Ad ogni modo, che alla fine vi tingiate tutte gli accessori del colore dei vostri capelli o del vostro colore preferito, spero di avervi dato una buona idea facilissima da realizzare anche per chi è negato con l'handmade!


martedì 28 luglio 2015

Orgoglio (CURVY) e pregiudizio - Parte I

Viviamo in un'epoca in cui essere diversi spinge le persone ad allontanarsi. Ho notato con stupore il comportamento di persone che pur non rientrando appieno nei canoni estetici che la cultura odierna ci impone, scelgono di prendere il loro posto nel mondo, occupandolo con tutti i giusti diritti, e che vengono viste per come scelgono di presentarsi. Nel caso specifico, se una ragazza con qualche rotolino si muove con eleganza, parla senza mostrare timidezza e si veste come le pare, verrà certamente meno notata (o additata) come "diversa". Lei non sarà più "l'amica cicciona", "quella con il sottomento", "quella con la gonna corta che proprio non potrebbe permettersi di indossare", lei avrà un nome, un altro tratto distintivo (che sia positivo o negativo non ha importanza), e si, non verrà classificata in base alla taglia ma in base ad altro, tratti che possono avere ragazze di tutte le misure, o magari in base a ciò che ha da dire. 
Quindi avremo Valentina "quella con gli occhi blu", Linda "quella con le gambe lunghe", Martina "che vede solo i film tratti dai libri e non il contrario" e Elisa "quella che parla solo di Jane Austen". 

Ma come, questo non significa classificarle? Certo che sì! Sarebbe impossibile farsi un'idea di chi si ha davanti, ma essere giudicati o suddivisi in base alle proprie idee, passioni, tratti distintivi che chiunque può avere e che in questo caso vengono ricollegati ad una persona, è del tutto normale e tende a mettere in ombra i lati ghettizzanti. 
Magari Martina non ha tempo per leggere i libri e si accontenta di vedere i film, o magari odia leggere e basta, chi può dirlo se non lei? Ed eccoci arrivati alla domanda: ci interessa scoprirlo? Ci interessa parlare ancora con Martina? Nel frattempo avremo scoperto anche che le spunta sul viso un sorriso molto dolce quando parla del suo cagnolino e che i suoi capelli profumano di pesca. 

Se tutte le persone che incontriamo per strada le avessimo prima conosciute tramite lettere o più modernamente via internet, senza foto a farci spuntare in testa pregiudizi da cui partire per incasellare tutti in sottocategorie del genere umano basate solo sull'estetica, probabilmente inizieremmo a vedere la gente per com'è dentro e non per i fianchi larghi, l'occhio pigro o le braccia grosse.

Ovviamente non è possibile chiuderci in uno sgabuzzino con un notebook come unica finestra sul mondo, ma possiamo farci conoscere e riconoscere per tutto quello che siamo e non solo per le cosce rotonde. Impariamo a valorizzare noi stesse esternamente per aiutarci ad amare noi stesse internamente. La sicurezza che ne trarremo ci farà vedere in modo differente anche agli occhi degli altri.

lunedì 27 luglio 2015

Presentazioni... Perché aprire un blog?

Mi presento, sebbene io sia una persona piuttosto timida, adoro scrivere, quindi immagino che questo dettaglio dovrebbe aiutarmi in questo caso ma devo dire che ritrovarsi a scrivere su se stessi è una di quelle cose che ti svuotano la testa e a quel punto anche solo comporre frasi di senso compiuto diventa complicato, il vuoto cosmico la fa da padrone e immagino una versione miniaturizzata di me che vaga nello spazio galleggiando tra stelle e pianeti, nel silenzio.

Perché scrivere? So farlo? Come mi è saltato in mente di aprire un blog?


Nel tentativo di ritornare sul pianeta terra, comincio col dire che ho 26 anni e vivo sperduta tra le colline calabresi con il mio compagno e i miei gatti.


Non sono un'esperta di moda, e, sebbene abbia un mio stile, non mi dispiace dare un'occhiata su internet per trovare ispirazione.


Solitamente mi vesto in base all'umore e imparando ad amare le mie curve, tento di valorizzarle, dopo aver trascorso più della metà della mia vita a nascondere, camuffare e vergognarmi di ogni centimetro del mio corpo.

Anche le ragazze "curvy" possono curare i loro outfit e mi piacerebbe aiutare chi ancora non lo fa a rendere giustizia ad ogni forma del proprio corpo.

In Italia sta finalmente arrivando un'onda di accettazione/apprezzamento nei confronti di chi non è secco come un'acciuga ma la strada è ancora lunga e potremmo imparare qualcosa dalle blogger inglesi a questo riguardo. Io purtroppo faccio parte di quella fetta di popolazione che con le lingue è negata, per questo motivo, si insomma, per "quelle come me" urge creare una comunità di ragazze "plus size" italiane che possano condividere esperienze, ambizioni, creazioni, stili e tutto quello che ci passa per le testa!