martedì 28 luglio 2015

Orgoglio (CURVY) e pregiudizio - Parte I

Viviamo in un'epoca in cui essere diversi spinge le persone ad allontanarsi. Ho notato con stupore il comportamento di persone che pur non rientrando appieno nei canoni estetici che la cultura odierna ci impone, scelgono di prendere il loro posto nel mondo, occupandolo con tutti i giusti diritti, e che vengono viste per come scelgono di presentarsi. Nel caso specifico, se una ragazza con qualche rotolino si muove con eleganza, parla senza mostrare timidezza e si veste come le pare, verrà certamente meno notata (o additata) come "diversa". Lei non sarà più "l'amica cicciona", "quella con il sottomento", "quella con la gonna corta che proprio non potrebbe permettersi di indossare", lei avrà un nome, un altro tratto distintivo (che sia positivo o negativo non ha importanza), e si, non verrà classificata in base alla taglia ma in base ad altro, tratti che possono avere ragazze di tutte le misure, o magari in base a ciò che ha da dire. 
Quindi avremo Valentina "quella con gli occhi blu", Linda "quella con le gambe lunghe", Martina "che vede solo i film tratti dai libri e non il contrario" e Elisa "quella che parla solo di Jane Austen". 

Ma come, questo non significa classificarle? Certo che sì! Sarebbe impossibile farsi un'idea di chi si ha davanti, ma essere giudicati o suddivisi in base alle proprie idee, passioni, tratti distintivi che chiunque può avere e che in questo caso vengono ricollegati ad una persona, è del tutto normale e tende a mettere in ombra i lati ghettizzanti. 
Magari Martina non ha tempo per leggere i libri e si accontenta di vedere i film, o magari odia leggere e basta, chi può dirlo se non lei? Ed eccoci arrivati alla domanda: ci interessa scoprirlo? Ci interessa parlare ancora con Martina? Nel frattempo avremo scoperto anche che le spunta sul viso un sorriso molto dolce quando parla del suo cagnolino e che i suoi capelli profumano di pesca. 

Se tutte le persone che incontriamo per strada le avessimo prima conosciute tramite lettere o più modernamente via internet, senza foto a farci spuntare in testa pregiudizi da cui partire per incasellare tutti in sottocategorie del genere umano basate solo sull'estetica, probabilmente inizieremmo a vedere la gente per com'è dentro e non per i fianchi larghi, l'occhio pigro o le braccia grosse.

Ovviamente non è possibile chiuderci in uno sgabuzzino con un notebook come unica finestra sul mondo, ma possiamo farci conoscere e riconoscere per tutto quello che siamo e non solo per le cosce rotonde. Impariamo a valorizzare noi stesse esternamente per aiutarci ad amare noi stesse internamente. La sicurezza che ne trarremo ci farà vedere in modo differente anche agli occhi degli altri.

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